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Dal The Economist : MACRON-MERKEL : FUTURO DELL' ASSE PARIGI-BERLINO IN EUROPA
Come tutti i migliori clichè, il concetto che l’Unione
Europea è guidata da una ‘locomotiva’ franco-tedesca si basa sulla verità. Dalla
scoperta del Carbone europeo e della
Comunità dell’acciaio alla creazione dell’euro, quasi tutte le firme dei
progetti dell’Europa post-bellica sono
uscite da Parigi e Berlino. I compromessi
trovati fra i due Paesi, una volta nemici, con visioni politiche ed economiche
in competizione, hanno dimostrato di avere abbastanza potere da trascinarsi
dietro il resto del Continente. Ma ultimamente la parte francese del motore è a
corto di vapore e il treno dell’Europa è al minimo della velocità. Emmanuel
Macron, il più giovane riformatore che ha vinto la presidenza francese
aggrappato alla bandiera dell’EU, riuscirà a riportare indietro il treno sui
vecchi binari ?
La più grande delle molteplici idee di Macron implica una
fissazione di ciò che egli chiama una ‘gravidanza a metà’ della singola moneta
europea. Vuole trasferimenti ed investimenti all’interno dell’eurozona,
finanziati da un budget comune ed amministrato da istituzioni fresche come un
ministro delle finanze ed un parlamento. Ma la Germania ha guardato a lungo con odio a questo tipo di ‘
gouvernement èconomique’. Poichè le performance dei due Paesi hanno preso
strade diverse, è diventato sempre più difficile trovare ascolto a Berlino alle
idee francesi. Nel 2012 il predecessore di Macron da poco eletto, Francois
Hollande, portò il suo impegno di campagna elettorale anti-austerity ad Angela
Merkel e ritornò a Parigi con una pulce all’orecchio. Subito dopo stava
eseguendo un’infinita inversione a U. Ha lasciato il suo incarico il 14 maggio con
livelli di approvazione storicamente bassi, un esempio di cosa non fare.
Macron può aspettarsi un ascolto migliore a Berlino. Durante
i suoi due viaggi in Germania all’inizio dell’anno per ammorbidire il terreno,
ha promesso di affrontare i problemi a casa prima di fare richieste al vicinato.
‘Prometto di riportare la credibilità della Francia agli occhi dei tedeschi.’,
ha detto a marzo. ‘Ne abbiamo bisogno perché è in gioco il futuro dell’Europa’.
Le sue priorità con le lamentele risapute dei tedeschi : rinvigorire il conservativo
mercato del lavoro della Francia ( la disoccupazione è al 10%, ben più di due
volte delle stime della Germania) e ridurne lo stato di gonfiore.
La campagna di Macron che promette solennemente di scuotere
le parti più inerti dell’economia francese gli ha assicurato un mandato di
riforma. Ma i Tedeschi hanno visto andare-e-venire
innumerevoli piani
francesi così.
Per tutto il fascino fresco che può avere Macron, egli farà
togliere lavoro ad un paese che è sicuramente di cattivo umore. Il Parlamento
che nascerà dopo le elezioni legislative del mese prossimo può darsi che non
sia così entusiasta di aiutare il nuovo presidente ad imporre il suo volere
sulla Francia. E’ bene che Macron affronti le distrazioni in casa, visto che la
Germania sta ingranando con le sue elezioni di settembre, e gli eventi della
Francia hanno iniziato a colorare la campagna. Figure anziane nel CDU della
Merkel hanno già bocciato le proposte di Macron per l’Eurozona. Ma ai loro
compagni della coalizione social-democratica
(SPD) sostenuta da parte della stampa, piace l’idea di Macron di potenziare il
doloroso tasso si investimento della Francia (e della Germania). Un forte SPD
che si sta già mostrando per settembre potrebbe significare orecchi amichevoli
a Berlino per Macron.
Ma la montatura che circonda la campagna straordinaria di
Macron ha sparso troppo facilmente un gran parlare di re-invenzione
dell’Europa. Dappertutto in Europa c’è poco appetito di cambiamenti sugli
accordi che richiedono un rinnovamento maggiore della moneta. A Berlino non
sono solo le future elezioni politiche a frenare le mani dei politici. Molti
tedeschi pensano che il loro contributo di salvataggio economico all’Eurozona
negli anni passati abbia già domistrato grande solidarietà. Il ministro della
finanza di Schaeble resiste con amarezza a tutto ciò che sa di ‘unione di
trasferimento’ o mutualizzazione del debito pubblico. Sarà abbastanza dura per
la Francia ottenere il supporto della Germania su questioni più piccole, come
il completamento dell’unione delle banche dell’EU. ‘Sono scettico riguardo a
queste proposte istituzionali’, ha detto Norbert Roettgen , un vecchio MP per
il CDU. ‘Mi concentrerei su passi pratici che portino a risultati’.
Voci simili emergono vicino a Macron. ‘ La nostra prima
priorità è di essere pragmatici’, dice Sylvie Goulard, una MEP francese segnalata
per un impiego quando il nuovo presidente deciderà i nomi del suo governo. ‘Si
può veramente spiegare ad un lavoratore disoccupato che è ora di cambiare la
struttura dell’Eurozona ?’.
Sia Roettgen che Goulard parlano di una profonda cooperazione
in fatto di sicurezza; alcuni funzionari tedeschi riconoscono che ampliare il dialogo alla difesa potrebbe essere l’unico modo che hanno
per mandare avanti l’economia, alla fine. Ci si aspetta anche proposte per
avanzare l’dea del singolo mercato digitale dell’Eu, una delle dichiarate
priorità di Macron per l’Europa.
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